THE GIFT – IL DONO

ANNO

DURATA

REGISTA

TRAMA

Una giovane vedova in una rurale ed isolata cittadina della Georgia, mantiene i tre figli sfruttando i suoi poteri di chiaroveggenza

ANDIAMO AI VOTI

👏🏻FAMA: ⭐7.5/10🌟

🎬 TRAMA: ⭐7/10🌟

💰QUALITY: ⭐7.5/10🌟

🎭TENSIONE: ⭐6.5/10🌟

⚡VOLTAGGIO: ⭐6.5/10🌟

🎲COLPI DI SCENA:⭐7/10🌟

🧲 MAGNET: ⭐7.2/10🌟

🎯 FINALE: ⭐7/10🌟

SCI-FI

🛸:6.8/10

PSYCO

VOTO FINALE

🤡:6/10

🏅:7.2/10⭐

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SOUNDTRACK

SPIEGAZIONE

Una pellicola ATIPICA, che strizza l’occhio a tutto il cinema classico. Sam Raimi si cimenta in un genere non proprio suo, il Thriller soprannaturale dalle venature horror, creando un film ammaliante e sottovalutato e dai toni emblematici e tradizionali.

Merito di una sceneggiatura canonica, non proprio originale ma che prova a dire la sua, un cast dalla visione corale che vanta molti volti ben incrociato con la caratterizzazione dei personaggi (con Ribisi e Blanchett su tutti), una ambientazione TORBIDA e sporca di un’America rurale di periferia. A contorno avvolge una regia molto semplice e QUADRATA, con riprese molto fluide e stabili e con una fotografia scura che prende l’aria da incubo, diventando quasi ONIRICA.

Vengono quindi abbandonati i macabri eccessi tipici della tipica regia di Raimi, verso uno stile più pulito che abbraccia una storia classica, dalle esigenze gotiche, interpretata in chiave moderna e intrigante mescolando il Thriller inquisitorio all’innaturale dolciastro. La narrazione è ALTALENANTE, dividendosi in frammenti dove si infonde una ATMOSFERA PESANTE e minacciosa e in frammenti dove viene fuori un lato poliziesco macchinoso, simile al GIALLO, dagli sviluppi rivedibili ma che riesce ad intrattenere grazie all’accostamento con la colonna sonora e una morale sottile ma diretta, che crea una tensione (da thriller) SURREALE quasi inaspettata.

La metafora sull’eterna caccia alle streghe è diretta e prepotente e ,senza fare giri di parole, spinge quindi sulla negazione totale delle superstizioni da parte di un microcosmo fedele al più radicale cristianesimo. Questa visione è accompagnata dal pesante pensiero della violenza di classe con lo sguardo maschilista, che cerca di screditare ogni parola o pensiero dell’altro sesso e dove l’uso della violenza riecheggia sempre come mezzo legittimo per il rispetto.

Dall’alto quindi si denota come voglia spingere l’amalgama di generi verso l’horror sociologico con qualche sano spavento e con qualche riflessione, portandolo ad un curioso parallelismo tra l’opinione pubblica sul film e il suo valore effettivo, venendo da molti non inquadrato, e riflettendo ”The Gift” come un fantasmatico viaggio dove la conoscenza in un mondo incomprensivo è dannazione.

CONSIGLIO

Nonostante il ritmo non sia da horror, la mano di Raimi sui dettagli si vede, e la leggerezza della pellicola viene ripagata

Game Over.

THE GIFT

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